Che ci fa un barbagianni in città?

Falchi grandi e piccoli, civette, allocchi, molti sono i rapaci che arrivano, spesso feriti, al parco canile di via San Damiano. Si tratta di animali che, dopo le prime cure del caso, vengono solitamente portati al CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici) di Vanzago (MI), gestito dal WWF, che si occupa della cura e della riabilitazione delle specie selvatiche.

Il recupero del rapace avvenuto qualche sera fa, però, ha avuto dinamiche ben diverse.

Nella serata di martedì 9 ottobre la Polizia Urbana di Monza viene contattata dal gestore di un bar di via Cavallotti che segnala la presenza di un rapace notturno, un gufo o forse una civetta, impigliato a testa in giù a circa 4 metri di altezza tra i rami di un albero.

I due agenti (tra cui Erika Sala, che abbiamo ospitato con piacere insieme al suo cane anti-droga Narco in occasione della recente Benedizione degli Animali) chiamano Giorgio Riva, Presidente dell’ENPA di Monza e Brianza (nella foto sotto con il rapace), che si rende subito disponibile a ricevere l’animale ma suggerisce per il recupero di contattare immediatamente i Vigili del Fuoco. Le squadre dei pompieri, purtroppo, sono tutte impegnate a spegnere un grande incendio a Cologno Monzese. Ma i due agenti non si perdono d’animo: si presentano alla caserma dei Vigili del Fuoco (distante poche centinaia di metri dal luogo dove era imprigionato l’animale) e convincono i vigili rimasti in sede a fare una immediata uscita di soccorso.

Una volta recuperato, su indicazione di ENPA l’animale viene messo in uno scatolone e, arrivato al rifugio di via San Damiano, ecco la grande sorpresa: non si tratta né di un gufo né di una civetta ma di un bellissimo esemplare di barbagianni adulto, domestico e provvisto alle zampe dei tipici laccetti usati in falconeria.

Cosa ci faccia un barbagianni nel pieno centro abitato è un mistero che di lì a poco viene svelato: la notizia fa subito il giro del web e si scopre che su facebook alcuni giorni prima una coppia di coniugi aveva pubblicato l’annuncio dello smarrimento del loro amatissimo barbagianni Dodo!

Nel frattempo ENPA si preoccupa di rifocillare il barbagianni (foto in alto e video sotto), a digiuno da alcuni giorni, di controllare l’anello e il codice in esso inciso, di contattare il Corpo Forestale dello Stato di Carate Brianza (MB) per decidere il da farsi in merito a un ritrovamento così insolito. L’ENPA di Monza rileva in tal modo che l’animale, nato in cattività, è di proprietà, da alcuni mesi, di due coniugi monzesi che lo detengono nel proprio giardino, ha regolari documenti CITES di provenienza e che pertanto deve essere restituito ai legittimi proprietari che nel frattempo hanno sporto denuncia di smarrimento e si sono presentati in canile.

ENPA, pur constatando il profondo legame che lega la sua proprietaria a Dodo e le eccellenti condizioni di gestione (anche se l’animale è già fuggito più di una volta e più di una volta ritrovato in difficoltà…), ricorda che il barbagianni è un animale selvatico e come tale il suo habitat ideale dovrebbe essere un bosco ove poter liberamente esprimere tutte le funzioni naturali (come ad esempio la caccia) e non una situazione di cattività, seppure dorata.

Il video girato al rifugio di Monza: