Ciao Winnie, capretta speciale

Chi non conosce il loro mondo non sa che c’è capra e capra. E Winnie era una capra speciale. Alla sua nascita la sorte le aveva dato veramente poche speranze: nata dal “solito” noto personaggio che ancora oggi svolge attività di pastorizia a Monza, nonostante mille denunce di maltrattamento, a causa di una malformazione congenita alla zampa anteriore (era nata priva dell’articolazione del ginocchio) era stata buttata come una cosa inutile a morire sulla neve.

Qui l’aveva vista e raccolta Dario Lamesta, quell’incredibile personaggio scomparso pochi mesi fa che frequentava l’ambiente dei pastori per poter sottrarre qualche piccolo animale alla morte. Dario poi, come sempre faceva, l’aveva portata a casa del Presidente dell’ENPA di Monza, sempre disponibile con la sua famiglia ad accudire questi animali in un’epoca in cui il canile di Via Buonarroti non era dotato di strutture ricettive per ovicaprini.

La capretta, due ore di vita, era stata immediatamente allattata insieme ad altri due agnelli arrivati in quei giorni e chiamati rispettivamente Winifred, Mary e Sara (dai nomi delle tre streghe del film Hocus Pocus) da Benedetta, figlia allora dodicenne del presidente Giorgio Riva, attivissima insieme alla mamma Daria nelle numerose poppate da elargire ai tre animaletti.

Winifred (ma che tutti poi cominciarono a chiamare Winnie) era cresciuta forte nonostante il suo handicap che la costringeva a un’andatura molto particolare (era infatti costretta ad appoggiare sul terreno il ginocchio e non lo zoccolo per poter camminare) e appena possibile era stata poi introdotta nella struttura per erbivori, nel frattempo organizzata da ENPA nelle aree circostanti il vecchio canile.

Un piglio da leader!

Winnie era nata il 7 dicembre 2006 e quindi aveva un’età che per una capra è di tutto rispetto. In tutti questi anni ha tirato fuori il suo carattere speciale: a differenza di altre capre non fuggiva l’uomo ma ne cercava la presenza per ricevere “grattini” sul muso. Ma se qualcuno rifiutava il suo approccio partiva immediatamente un’incornata che nel linguaggio capresco voleva significare “hei, perché non mi dai attenzione?”. Altra sua caratteristica erano le mammelle che, per una disfunzione ormonale si riempivano continuamente di latte e che pertanto necessitavano di mungitura, operazione resa difficilissima per quelle corna sempre in movimento e che lei sembrava accettare solamente da Feddi, operatrice del settore erbivori.

È stata in questi anni l’incontrastata leader del nostro gruppo di capre (unico suo grande “nemico” il pony Gigio) e, seppur più lentamente delle altre, ogni giorno voleva andare al pascolo nella grande area recentemente aperta a lato del canile di via San Damiano.

All’inizio di maggio Winnie non è riuscita più a rialzarsi. Inutili i tentativi e le cure per rimetterla in piedi, quell’unica gamba che la sosteneva ormai non ne voleva più sapere. Dopo una settimana di trasferimenti a braccia da parte dei volontari per permetterle di brucare ancora l’erbetta fresca, abbiamo visto che ormai le sue forze declinavano e mercoledì 8 maggio, accarezzata da chi le è stato sempre più vicino, si è addormentata per sempre.

La pensiamo nel paradiso delle capre, con un ginocchio tutto nuovo a correre e a fare quei salti che non ha mai potuto fare in vita.

Pubblicato il 19 maggio 2019