Traffico illegale di animali, se ne occupa anche l’Europarlamento

I pet shop, le “fiere del cucciolo” e i siti internet sono sempre pronti a proporre la loro “merce”: cuccioli di cani e di gatti di qualsiasi razza, soprattutto quelle più di moda. Tutto questo va ad alimentare il turpe traffico dei cuccioli provenienti dall’Est che, nonostante le informazioni date dai media, l’inasprimento delle pene e l’aumento dei cuccioli sequestrati, è sempre di drammatica attualità.

Un problema a livello europeo

Qualcosa, però, si sta muovendo anche a livello europeo: il 12 febbraio i deputati dell’Europarlamento hanno votato a larga maggioranza una risoluzione non legislativa per chiedere un’iniziativa contro il commercio illegale di animali da compagnia, che è causa di grandissime sofferenze per gli animali, di diffusione di malattie, e genera introiti elevati per la criminalità’ organizzata internazionale. La risoluzione è stata approvata con 607 voti favorevoli, 3 contrari e 19 astensioni. I deputati chiedono un sistema comunitario obbligatorio per la registrazione di cani e gatti; una definizione UE degli impianti di allevamento commerciale su larga scala, noti come “fabbriche per cuccioli”; una migliore applicazione della normativa esistente; ma soprattutto sanzioni più severe per i commercianti di cuccioli; e campagne informative per incoraggiare le persone ad adottare, anziché acquistare, animali domestici.

I numeri del business (dati LAV)

Mentre oltre 100.000 cani restano nei canili di tutta Italia in attesa di adozione, si stima che ogni mese vengano scambiati tra i paesi dell’UE circa 46.000 cani, la maggior parte dei quali non è registrata e che circa 300.000 siano gli animali di affezione commercializzati ogni anno illegalmente attraverso l’Europa; 5609 cani e 86 gatti sono stati sequestrati dal 2010, anno di entrata in vigore della legge sulla tratta dei cuccioli, fino al 2018.

Leggi l’articoloTraffico di cani e gatti: misure contro il commercio illegale di cuccioli” e guarda il video (sottotitoli in italiano) sul sito dell’Europarlamento qui.

Le foto sono riferite a varie operazioni delle forze dell’ordine.

 

Pubblicato il 22 febbraio 2020