Orso condannato in Trentino… per aver fatto l’orso. Firma la petizione!

La Provincia Autonoma di Trento con un’ordinanza ha condannato a morte l’orso X, che non ha un nome perché non si sa neppure di quale animale si tratti (N.B. vedi aggiornamento in fondo).

Il motivo? Essersi semplicemente comportato da orso in un episodio di cui le dinamiche sono ancora poco chiare. In base ai racconti, infatti, l’orso, trovandosi improvvisamente di fronte ad un rischio (i due cacciatori “esperti” si muovevano in modo furtivo nel sottobosco) ha agito seguendo il suo istinto naturale.

Sembrerebbe che il plantigrado si sia trovato quasi suo malgrado addosso al ragazzo che ha riportato ferite leggere, e abbia solo cercato di difendersi dal padre del giovane, chi gli correva contro con atteggiamento minaccioso. Niente altro che una minaccia, infatti, doveva apparire all’orso un uomo che, accorrendo per portare aiuto al proprio figlio, era intenzionato a ferirlo o a ucciderlo.

La provincia autonoma di Trento tratta i cittadini italiani come bambini irresponsabili, incapaci di rapportarsi correttamente con la natura. ENPA chiede dunque che la Provincia, invece di sommari processi alle streghe, faccia piuttosto chiarezza sui fatti accaduti e sanzioni i comportamenti scorretti come avviene all’estero. La Provincia non è un ente a se stante ma ha precisi doveri nei confronti dell’Italia e dell’Europa.

Intervento di Costa opportuno e necessario

Il Ministro all’Ambiente Sergio Costa, rappresentando gli interessi del patrimonio indisponibile dello Stato quale è la fauna selvatica, si è detto disponibile a valutare l’impugnazione dell’ordinanza. Apprezziamo quindi la sua contrarietà a ogni misura ingiustificata e improvvisata nella gestione della situazione. Ricordiamo alla Provincia Autonoma di Trento i doveri che abbiamo nei confronti dell’Europa, anche in virtù dei fondi europei che la Provincia ha ricevuto proprio per la reintroduzione degli orsi.

Appello del coordinamento ambientalista: La montagna è anche la casa degli animali

Il comportamento tenuto dall’orso è stato di tipo difensivo, cioè ha reagito cercando di allontanare i due cacciatori che percepiva come elemento di pericolo: infatti anche secondo l’esperto Filippo Zibordi l’accaduto fa pensare “che l’orso sia stato sorpreso”. La zona in cui si è verificato l’incidente è popolata da femmine con cuccioli, elemento che fa pensare ancor più che si trattasse di un atteggiamento meramente difensivo.

Come dice ancora Zibordi: “quanti sono stati gli attacchi negli ultimi vent’anni? Quattro? Cinque? Su migliaia di incontri ravvicinati.” In questo modo la statistica ci svela le proporzioni della questione: il rischio di incidenti con gli orsi è statisticamente trascurabile.

Persino Christian Massironi, uno dei cacciatori coinvolti, si oppone all’ordinanza: “La montagna è la casa degli animali. Non credo sia necessario abbattere gli orsi. Piuttosto penso che ci sarebbe bisogno di una gestione diversa.”

E una diversa gestione sarebbe davvero auspicabile per poter intervenire con azioni di dissuasione mirate e calibrate. Una gestione, quella degli orsi del Trentino, che si spera venga al più presto affidata al Ministero dell’Ambiente.

Ultim’ora: l’orso è stato identificato!

Ha finalmente un nome l’orso protagonista della vicenda: è una femmina e si chiama JJ4. È la seconda orsa più anziana del Trentino, ha 14 anni e mai, in tutto questo tempo, ha fatto parlare di sé, anzi è nota per il suo carattere schivo e il comportamento estremamente elusivo. Quel famoso lunedì 22 giugno, quindi, deve essere accaduto qualcosa di estremamente grave che l’ha terrorizzata e le ha fatto pensare di trovarsi in grande pericolo, per questo è necessario indagare approfonditamente sullo svolgimento dei fatti.

Alla luce dei fatti odierni si rivela ancora più forte, giusta e necessaria la formale diffida che l’Ente Nazionale Protezione Animali insieme all’Oipa ha notificato al presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurzio Fugatti affinché ritiri un atto gravissimo, ispirato alla demagogia della paura e della violenza sugli animali, anziché alla conoscenza e al rispetto della straordinaria biodiversità del territorio Trentino.

La riflessione

In questo link potete leggere una interessante riflessione scritta da Marco Bravi, presidente del consiglio nazionale ENPA.

Firma la petizione!

WWF Italia ha lanciato una raccolta firme sulla piattaforma Change.org per chiedere a  Maurizio Fugatti, Presidente della Provincia Autonoma di Trento, di bloccare l’ordinanza che prevede la condanna a morte dell’orso.

Puoi aiutare anche tu a salvare l’orso firmando la petizione Stop all’uccisione “automatica” dell’orso in Trentino!

Per ulteriori info e per procedere a firmare, cliccare QUI.

Pubblicato il 2 luglio 2020; aggiornato il 4 luglio e il 5 luglio.