Sette teste di capra sanguinanti, mozzate e gettate tra i cespugli, insieme a una cassetta piena di visceri, il tutto letteralmente coperto da un nugolo di mosche.
Questo il macabro spettacolo che si è presentato agli occhi di un abitante di Via Giovanni dalle Bande Nere a Sant’Albino di Monza, intento a passeggiare con il proprio cane. Lungo la strada che costeggia serpeggiando il canale Villoresi, lontano dalle case e da occhi indiscreti, qualcuno si è liberato nel modo più incivile dei resti di un’altrettanta incivile e barbara carneficina. Perché è chiaro che i resti di quegli animali provengono da quelle macellazioni abusive ormai sempre più diffuse anche sul nostro territorio. Non a caso in questi ultimi tempi ENPA ha dovuto soccorrere e mettere in sicurezza un numero sempre maggiore di capre e di pecore trovate vaganti, sfuggite a un crudele destino.
ENPA da sempre in prima linea
Tradizioni culturali medioevali, istanze di religioni che ritengono “pura” solo la carne di animali sgozzati senza preventivo stordimento, o più semplicemente abitudini alimentari trapiantate in Italia dai propri Paesi di origine, stanno alimentando, sempre più frequentemente, episodi di inaudita crudeltà verso animali come capre e pecore.
Ma non solo: pochi anni fa venivano trovate lungo le sponde del canale Villoresi, alle spalle del vecchio canile in Via Buonarroti, teste di pollo mozzate (foto sotto) anch’esse frutto di macellazioni fai da te di animali acquistati a quello squallidissimo mercato di pollame vivo che ancora sopravviveva in Via Procaccini, ultimo residuo dell’altrettanto triste e crudele mercato cavalli di Monza.
ENPA da sempre si batte contro i maltrattamenti inferti agli animali da reddito e contro le inutili sofferenze legate all’allevamento, al trasporto e alla macellazione di tali animali. Perché anche la mattanza degli agnelli per il tradizionale pranzo di Pasqua provoca sofferenze inaudite, anche se avviene in macelli autorizzati. Ma sapere che proprio in una città come Monza qualcuno riesce impunemente a compiere questi atti è motivo di indignazione e di grande tristezza.
Il nostro appello
Chiediamo pertanto a tutte le Autorità competenti, in primis all’autorità sanitaria e a quella amministrativa, di intensificare i controlli sul territorio per scoprire dove possano avvenire simili fatti partendo magari dal chiedersi dove ci si possa procurare gli animali da macellare.
Chiediamo anche a tutti i cittadini sensibili di informare le autorità (Carabinieri, Vigili, ATS, Ufficio Diritti Animali, ma anche ENPA) sulla presenza di animali quali capre e pecore in situazioni anomale e di animali privi, sulle orecchie, delle regolamentari marche auricolari gialle di identificazione.
Questo appello viene rivolto non solo al Comune di Monza, luogo del ritrovamento delle teste, ma anche a tutti i comuni limitrofi. Solo in questo modo possiamo sperare di rintracciare e fermare gli autori di questi terribili atti di crudeltà.
Quella macabra “opera d’arte” del 2019
Questa vicenda ci ricorda l’installazione esposta in pieno centro Monza a novembre 2019, costituita da un ammasso di pietre con sopra, sanguinanti e ricoperte di mosche, tre teste mozzate di ovini, visibili a tutti (foto sotto). L’opera del giovane artista Raffaele Greco ha destato non poco scalpore e indignazione tra i cittadini.
Leggi qui il nostro articolo “Monza, un’opera con teste di capra mozzate: c’è un limite all’arte?”.
Pubblicato il 5 luglio 2021