Svanito nel nulla il cervo del Parco di Monza

Bello, statuario e imponente (chi lo ha visto lo ha descritto alto due metri), il cervo del Parco di Monza sembra essersi volatilizzato.

Avvistato la prima volta il 2 novembre dello scorso anno, il Consorzio di Gestione Parco e Villa Reale aveva poi confermato la sua presenza con ritrovamento di tracce eloquenti, tenendo la situazione monitorata.

Mentre il cervo diveniva suo malgrado il simbolo della comunicazione della Reggia di Monza, il Consorzio decideva, per la sicurezza degli utenti dei due polmoni verdi monzesi, di coinvolgere per la sua cattura le Guardie Forestali del Parco Nazionale dello Stelvio, ma senza successo.

Le ultime immagini scattate con le fototrappole installate in diversi punti del Parco risalgono a novembre, mentre fino a metà gennaio erano state trovate ancora delle tracce organiche. Poi più nulla.

Dove può essere sparito un animale così imponente? Forse la risposta è molto semplice: il cervo se ne è andato per la stessa via usata per entrare, e cioè il fiume Lambro.

Cervi e daini per il diletto dei nobili

Nella prima metà dell’Ottocento i cervi erano “di casa” all’interno del Parco, anche se purtroppo per motivi tutt’altro che affettivi. Venivano infatti custoditi e allevati in un apposito recinto posto nelle vicinanze di Biassono, a cui si accedeva da una porta monumentale in stile neogotico progettata dall’architetto Canonica (nell’immagine). I cervi, insieme ai daini, venivano liberati in occasione delle battute di caccia organizzate per allietare gli augusti ospiti della Imperial Regia Villa di Monza, specie nel periodo asburgico. In queste occasioni venivano chiuse con reticolati gli accessi al Parco del fiume Lambro, per impedire che i cervi, inseguiti dai cacciatori, potessero fuggire da lì e ritrovare la libertà nei boschi della Brianza.

Se i cervi erano di casa per dilettare la passione venatoria di teste coronate e aristocratici durante i fasti delle corti asburgica e sabauda, in tempi più recenti il parco ha ospitato daini, mufloni e caprette tibetane, sistemati in un grande recinto che venne smantellato nel 1983.

Pubblicato il 16 Febbraio 2022