È stato legato con una catena ad un palo a Palermo e dato alle fiamme dal suo proprietario, un uomo che l’11 gennaio ai microfoni di Rai Due ha affermato che il pitbull, di nome Aron, era posseduto.
«È chiaro – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Protezione Animali – che in questa terribile storia di atrocità e degrado riemerge più urgente che mai la necessità di riconoscere la pericolosità sociale per chi compie questi reati contro gli animali. Lo chiediamo insieme a Link Italia [associazione di promozione sociale, n.d.r.] da anni e non c’è più tempo da perdere». L’Ente Nazionale Protezione Animali ha attivato immediatamente il suo ufficio legale attraverso l’avvocato Claudia Ricci, per presentare denuncia contro l’uomo.
«La stretta correlazione – continua Carla Rocchi – esistente tra maltrattamento o uccisione di animali, violenza interpersonale e ogni altra condotta deviante, antisociale e criminale, definita «Link», è stata ampiamente dimostrata dalla letteratura nazionale e internazionale. Il maltrattamento e l’uccisione di animali sono scientificamente ritenuti specifici indicatori di pericolosità sociale, ossia fenomeni predittivi di contemporanee o successive altre condotte devianti, antisociali o criminali. Per questo chiediamo pene severe e che venga anche riconosciuta la pericolosità sociale di questi soggetti».
Purtoppo, le condizioni di Aron erano troppo gravi – aveva ustioni su oltre l’80% del corpo. Il suo fisico non ha retto ed è morto il 12 gennaio. L’unica consolazione è che dopo il ricovero non ha sofferto, grazie agli analgesici che gli sono stati somministrati.
In questo periodo i casi di grave maltrattamento hanno hanno riguardato anche un gatto di nome Leone, scuoiato vivo a Salerno, morto nonostante le cure. Leggi l’articolo sul sito nazionale ENPA qui.
Pubblicato il 14 gennaio 2024