I 469 cervi abruzzesi non saranno abbattuti. La decisione è del Consiglio di Stato che ha accolto l’appello di diverse associazioni animaliste.
Questo il commento di ENPA che nel mese di agosto aveva invitato a firmare la petizione e a settembre insieme ad altre associazioni aveva chiesto alla Regione la sospensione della delibera che prevedeva l’abbattimento degli ungulati:
«Lo stop del Consiglio di Stato alla mattanza dei cervi in Abruzzo segna l’evoluzione positiva di una vicenda che speriamo possa finalmente concludersi con lo stop definitivo alla condanna a morte degli oltre 400 animali. Quanto accaduto dovrebbe indurre la Regione, nota peraltro per la sua straordinaria ricchezza faunistica, a modificare radicalmente i propri indirizzi politici. »
«L’Abruzzo, così come tutte le altre Regioni e Province autonome italiane – continua il commento di ENPA -, non deve preoccuparsi di accontentare la lobby dei cacciatori o degli armieri, autorizzando a loro piacimento mattanze di animali. Deve, invece, preoccuparsi di favorire la convivenza tra attività antropiche e fauna selvatica, per proteggere quella biodiversità che è nostro patrimonio collettivo, tutelato dalla Costituzione».
ENPA chiede alla Regione prevenzione e nessun favore alle doppiette
«Gli strumenti, ecologici e non violenti, per favorire tale coesistenza – prosegue ENPA – esistono e devono essere applicati in maniera scientifica. Cosa che, purtroppo, in Abruzzo così come in altre realtà del Paese, non sempre avviene e non sempre è avvenuto. Per un semplice, evidente motivo: la spasmodica ricerca del consenso venatorio da parte di molti amministratori regionali e provinciali».
«Il presidente Marsilio prenda atto di quanto accaduto, inverta la rotta, e – conclude ENPA – revochi la condanna a morte dei cervi, impegnandosi realmente per favorire la convivenza con gli animali selvatici».
Pubblicato il 13 novembre 2024