Processo Green Hill: condannati 12 attivisti

Dodici condanne a pene tra gli otto e i dieci mesi, e un’assoluzione. Questo il verdetto del Tribunale di Brescia a carico di tredici attivisti animali che nell’aprile 2012 parteciparono al blitz contro l’allevamento Green Hill a Montichiari (BS): guarda il video di Corriere TV: blitz Green Hill. Fu proprio da quella incursione che ebbero origine gli eventi culminati con il sequestro della struttura, la confisca dei cani e il rinvio a giudizio dei vertici della struttura, tre dei quali poi condannati con pene da un anno a un anno e sei mesi di reclusione.
Ricordiamo che i titolari dell’allevamento e il medico veterinario di Green Hill sono stati condannati il 23 gennaio 2015 per i reati di uccisione e maltrattamento e l’allevamento ha poi definitivamente chiuso anche a seguito dell’approvazione della nuova normativabeagle-barbed wire-NS sulla sperimentazione animale che vieta allevamenti di cani allo scopo della sperimentazione.
La difesa degli attivisti in questo processo ha contestato fino in fondo che potessero essere ritenuti colpevoli coloro che hanno liberato animali allevati in una struttura in cui è stato successivamente accertato, dallo stesso Tribunale, il maltrattamento e la morte, sottolineando la titolarità in capo all’animale di posizioni giuridiche tutelate dal diritto e l’impossibilità di considerare la vita di un animale al pari di un bene mobile oggetto di furto ed invocando, comunque, la legittima difesa dei ragazzi nell’interesse degli animali.
In questa storia il vero paradosso su cui si dovrebbe quanto meno riflettere, è il fatto che, senza quell’atto coraggio degli attivisti, sfociato nella sentenza di oggi, molto probabilmente Green Hill sarebbe ancora operativo e il bilancio degli animali morti nella struttura ancora più pesante.carla-rocchi-NS-green_hill_beagle
Dichiara la LAV (Lega Antivivisezione): “Seppur rispettiamo quelle che sono le decisioni dell’Autorità giudiziaria, riteniamo che questa sentenza vada a confliggere con il riconoscimento dell’animale quale soggetto, essere senziente e non res, e la conseguenza che gli attivisti coinvolti non hanno assolutamente rubato qualcosa ma piuttosto salvato vite animali da maltrattamenti e uccisioni, come poi confermato successivamente dallo stesso Tribunale di Brescia con la storica sentenza di condanna per l’azienda del 23 gennaio scorso. Per questo auspichiamo che la Corte d’Appello possa valutare diversamente i fatti, alla luce dei successivi accadimenti nella struttura e relative vicende processuali, nonché un intervento legislativo che intervenga a chiarire una volta per tutte che un animale non può essere considerato mera proprietà privata”.

Ricordiamo infine che a luglio 2012 la Procura della Repubblica di Brescia ha affidato la custodia giudiziaria di tutti i beagle di Green Hill alla LAV e a Legambiente. Dei 2.639 cani liberati, tra cui mamme e numerosi cuccioli, 160 sono stati trasferiti al canile di Monza dove 90 sono stati affidati dall’ENPA brianzolo a famiglie adottive, mentre gli altri 70 sono stati trasferiti ad altre sezioni ENPA per la successiva adozione.
Nelle foto: alcune immagini del blitz e un tenero ritratto della nostra presidente ENPA nazionale Carla Rocchi con un cucciolo liberato da Green Hill.