Cherry, l’incubo è finito!

“Guardo e riguardo le poche foto che mi sono rimaste di noi … quel maledetto giorno hanno rubato anche i nostri ricordi. In questo periodo di abbandoni la mia mente che oramai fa pensieri terribili spera solo che avvenga l’abbandono più bello del mondo … il tuo! Prego che si stufino di te che ormai hai 11 anni e ti lascino da qualche parte in modo da poterti riportare a casa e ritornare a vivere. Ti sto ancora aspettando, aspetto di recuperare il tempo perso e di ritornare a camminare insieme”.

Così scriveva Laura Colaianni l’11 settembre 2018 sulla pagina facebook che creò a seguito di quel terribile 17 dicembre 2016 in cui dei malviventi le svaligiarono la casa a Camparada (MB), portandole via anche la piccola Cherry.

Laura in questi due anni non ha mai perso la speranza, ha lottato con tutte le sue forze per ritrovarla, arrivando a contattare giornalisti, conduttori televisivi, politici, chiunque potesse dare visibilità al suo disperato appello. Anche noi avevamo scritto un articolo nella speranza che lo leggesse magari la persona giusta, il suo volto era ormai conosciuto ai più ma la piccola Cherry sembrava sparita nel nulla.

Si accende una speranza…

Poi succede qualcosa: mercoledì 19 settembre, durante un blitz avvenuto all’interno di un campo nomadi a Baranzate (MI), la polizia trova un altro chihuahua rapito nel 2015 anch’esso durante il furto in un appartamento di Bergamo. Il piccolo viene identificato grazie al microchip e restituito alla incredula proprietaria. Probabilmente in tanti, leggendo di questo episodio, finito su tutti i giornali, ci siamo fermati a pensare a Cherry e abbiamo sperato di avere un lieto fine così anche nel suo caso.

E poi… il miracolo!

Cherry viene ritrovata da una ragazza insieme a un altro chihuahua in un’area cani di un parco pubblico di Garbagnate Milanese (MI) (foto sopra) la sera di giovedì 20 settembre. Pubblica una foto dei due piccoli su Facebook, ma nessuno tra le persone che la visualizzano li riconosce, così vengono contattati i vigili e loro vengono portati presso il canile sanitario.

Il giorno dopo, a seguito della lettura del microchip, le due proprietarie ricevono la telefonata più bella della loro vita: il piccolino ritrovato insieme a Cherry viene identificato poi come Pepe, anch’egli rubato durante un furto in casa avvenuto ben 4 anni fa a Binago (CO).

Finalmente di nuovo insieme!

Ecco il racconto di Laura: « Il 21 settembre ho ricevuto la telefonata più bella che potessi ricevere… ancora non ci credo, la guardo e non ci credo. Quando ho sentito: “Canile Sanitario di Sedriano” ho perso la voce, poi sono arrivate le parole più belle… ” Ha perso un cane? È qui con noi!” Mi tremano le mani solo a scriverlo…

Da quel momento non ricordo più niente, ricordo solo il suo muso terrorizzato e il suo sguardo cambiare quando il mio compagno ha pronunciato il suo nome. È come se si fosse accesa una lampadina nel suo cuore ed è impazzita, siamo impazziti tra lacrime e leccate! Il mio cuore è tornato a battere e la gioia è stata talmente grande che non riesco a descriverla, il ritorno in macchina è stato il viaggio più bello della nostra vita.

È una guerriera! Nonostante sia cosi piccola ha resistito a tutto il male che le è stato fatto, sapere che fosse cosi combattiva mi ha dato la forza di non crollare. »

Cherry è un po’ malconcia, ha perso un occhio (percettibile nella foto sotto), ha la dermatite, una costola rotta calcificata, era piena di pulci e il sospetto che sia stata usata come fattrice è stato confermato.

L’ipotesi più plausibile, anche viste le condizioni in cui sono stati trovati, è che i due chihuahua abbiano finora vissuto anch’essi in un campo nomadi, si presume in un piccolo spazio all’aperto vista la mancanza di muscolatura. Forse, alla luce dei pressanti controlli da parte della polizia, sono stati abbandonati per paura di essere sorpresi con due cani rubati.

Non sapremo mai la verità, non sapremo mai cosa abbiano passato in questi anni Cherry e Pepe ma ora vogliamo solo festeggiare il loro ritrovamento e il loro ritorno a casa tra le braccia delle loro famiglie. (Nella foto sopra a sinistra, Pepe tra le braccia della sua proprietaria; in alto a destra, Cherry con Laura).

L’importanza del microchip

Tutti e tre i chihuahua protagonisti di questa vicenda erano dotati di microchip e solo questo ha permesso la loro identificazione e quindi il ricongiungimento con le loro famiglie.

ENPA vuole quindi ricordare che iscrivere il proprio cane all’anagrafe animali d’affezione non è solo obbligatorio per legge, ma può essere fondamentale nel caso di un suo smarrimento o, come in questi casi, di un suo rapimento.