Maltrattamenti e abbandoni, finito il lockdown tutto torna come prima

Lepri scuoiate e crocifisse, piccioni trafitti dalle frecce… C’è tutto il campionario degli orrori in questo periodo post lockdown nel Parco e nei giardini della Villa Reale di Monza, ovvero in zone che durante la fase dell’emergenza, con la chiusura dei cancelli, erano diventate una vera oasi di pace per gli animali e adesso, con il ritorno dell’uomo, hanno purtroppo smesso di essere tali.

La carenza di sorveglianza e di controlli nel Parco e nella Villa Reale ha fatto tornare tutto come prima dell’emergenza coronavirus: se i maltrattamenti al limite del sadismo sono da considerarsi fatti eccezionali, è purtroppo tornato “normale” vedere proprietari maleducati che sguinzagliano i propri cani in barba ai regolamenti, mettendo in pericolo e stressando inutilmente la fauna selvatica.

Uomo e piccioni, convivenza difficile

È diventato protagonista dei media, suo malgrado, il piccione che, colpito alla testa da una freccetta di cerbottana si è incredibilmente adattato a questa situazione nutrendosi per una ventina di giorni nei pressi del laghetto della Villa Reale; dopo diversi tentativi di cattura anche da parte di volontari e operatori dell’ENPA di Monza e Brianza, finalmente è stato catturato. Una immediata visita veterinaria ha accertato che la freccia, che attraversava la testa dall’osso frontale a quello occipitale (ben visibile nella radiografia sotto), per fortuna non aveva leso l’encefalo e i vasi importanti. L’intervento chirurgico ha permesso la sua rimozione e l’animale, dopo essersi ripreso, è stato rilasciato al Parco di Monza.

La convivenza tra uomo e piccioni non è sempre facile. Sempre più spesso questo volatile è a malapena sopportato, accusato di trasmettere diverse malattie e di provocare danni al patrimonio artistico delle città. Praticamente ogni giorno arrivano alla struttura di via San Damiano piccioni vittime di aggressioni di cani e gatti o incapaci di volare per condizioni fisiche debilitanti dovute alla mancanza di cibo. Tutti questi animali sono curati e riabilitati, quando possibile, a spese e cura dell’ENPA di Monza.

Non sempre le ferite sono accidentali: pochi giorni fa una segnalazione ci informava di un grave episodio di maltrattamento nel caso un riccio trovato in un cortile di Sulbiate (MB), proprio in centro paese, barbaramente ucciso con un punteruolo di legno conficcato nel petto.

Abbandonare vuol dire maltrattare!

Anche l’abbandono è a una forma di maltrattamento. Per questo non possiamo che condannare l’episodio avvenuto domenica 4 giugno che ha avuto per protagonista un gatto, lasciato in un trasportino proprio davanti all’ingresso del parco-rifugio.

Il micio è di buonissimo carattere e, considerato il suo peso (8 chili!), è stato simpaticamente battezzato Sancho Panzo. Terminati gli accertamenti sanitari potrà essere adottato, ed è anche adottabile a distanza.

Mentre si registra con soddisfazione una diminuzione delle entrate dei cani accalappiati sul territorio, e ciò grazie a efficaci provvedimenti come l’obbligo del microchip, la relativa identificazione dei proprietari e le sanzioni comminate, non diminuiscono invece gli abbandoni felini. C’è da augurarsi che l’obbligo di identificazione felina tramite microchip, entrato in vigore in Lombardia l’1 gennaio di quest’anno, possa servire non solo in caso di smarrimento ma anche per un futuro razionale controllo della popolazione.

ENPA ricorda che chiunque abbia problemi con il proprio animale può rivolgersi alla nostra struttura per cercare una soluzione.

Pubblicato il 3 luglio 2020