Si può morire per un’assurda e barbara tradizione? Due cavalli perdono la vita in Sardegna in gare equestri

S’Ardìa è una corsa a cavallo sfrenata e pericolosissima che si svolge ogni anno nel mese di luglio in onore di San Costantino, detto Santu Antine o Antinu a Sedilo, un piccolo paese in provincia di Oristano.

Correre a cavallo in occasione di S’Ardìa è un privilegio che solo a pochi è concesso: un gruppo di cavalieri, guidata da Sa prima pandela (La prima bandiera), da due cavalieri da lui scelti (Sa segunda e Sa terza pandela) e da alcune scorte, che rappresentano l’esercito di San Costantino corrono a tutta velocità attorno all’omonimo Santuario di San Costantino.

I cavalieri si lanciano lungo un percorso scosceso e dissestato a una velocità folle ed è facile immaginare che la tragedia sia sempre dietro l’angolo. È quanto è successo, purtroppo, l’8 luglio: un cavaliere ha sbagliato la curva e si è schiantato a tutta velocità contro il muro. Il cavaliere si è rialzato apparentemente senza conseguenze, per il povero cavallo non c’è stato nulla da fare e la cosa più sconcertante è che le drammatiche sequenze dell’incidente non sono state mostrate da nessun media, così come l’episodio non ha avuto alcuna eco ed è stato minimizzato dagli organizzatori.

Il video

Il video parla da sé: avvertendovi che sono immagini forti che potrebbero turbare la vostra sensibilità, potete visionarlo in esclusiva qui. (Le immagini qui sopra e in alto sono tratte dal video.)

Pochi giorni prima, il 2 luglio, era successo un altro grave incidente a Seneghe, sempre nell’oristanese, durante la tradizionale Ardia in onore di Santa Maria della Rosa. Un cavallo è stramazzato al suolo, probabilmente stroncato da un infarto, una morte che si poteva evitare se si pensa che il fatto è accaduto intorno alle 12 e la temperatura era intorno ai 36 gradi.

Firmiamo per fermare la strage

Ad agosto ci sarà il Palio dell’Assunta a Siena, la gara equestre sicuramente più famosa d’Italia che richiama migliaia di turisti. L’edizione di luglio non ha avuto per fortuna tragiche conseguenze per i cavalli, ma il bollettino di guerra, dal 1975 a oggi, parla di 42 cavalli morti.

Una tradizione, quella dei palii e delle gare equestri che si svolgono in gran parte del Paese, che si porta dietro una lunga striscia di sangue. Troppo lunga.

Per contribuire a dire basta a queste assurde e obsolete manifestazioni, pericolose per l’incolumità di cavalli e cavalieri, ENPA ha lanciato una petizione “Siamo Vite Non Macchine” sulla piattaforma change.org che vi invitiamo di sottoscrivere e condividere online.

Leggi anche il nostro articolo del 22 ottobre 2018 qui.

Pubblicato il 26 luglio 2022