Tra la primavera e l’estate le mamme germano iniziano la posa delle uova in luoghi ben riparati e nascosti. Alla nascita dei piccoli le mamme si mettono in movimento, con i piccoli al seguito, per portarli alla più vicina fonte d’acqua, luogo per questi animali assolutamente necessario per la loro sopravvivenza. Peccato che spesso scelgano corsi d’acqua estremamente pericolosi per gli anatroccoli o addirittura impossibili da raggiungere per animaletti così piccoli e incapaci di volare!
In questi casi l’ENPA di Monza viene chiamata ad interventi che si rivelano spesso complicati, anche perché le madri durante le operazioni di recupero tendono ad abbandonare la prole e le nidiate raccolte devono essere allevate con tutte le difficoltà che presenta l’accudimento di animali selvatici molto sensibili allo stress della forzata cattività. Le storie che vi vogliamo far conoscere sono iniziate mesi fa, ma solo oggi ve le raccontiamo con la certezza del loro lietofine.
Quatto paperotti nel tombino
Il 29 maggio due Park Angels informano l’ENPA Monza che quattro piccoli di germano sono finiti in un tombino di una casa di Monza, lungo la via Azzone Visconti, nei pressi del fiume Lambro.
Immediatamente sul posto si recano Federica, operatrice del settore Animali Diversi, e Giorgio Riva, presidente di ENPA Monza: sembra tutto sommato un recupero facile, ma il tombino in questione è stato costruito probabilmente ai tempi di Re Umberto I. È in pietra pesantissima e ancorato nel terreno: impossibile smuoverlo.
La loro mamma, spaventata, presidia l’area senza potere aiutare i suoi piccoli in difficoltà. Inizia a questo punto una pazientissima operazione di recupero: mentre Federica cerca di spostare con un’asta gli anatroccoli, Giorgio con un retino tenta di pescarli dall’angusto tombino. Dopo numerosi tentativi infruttuosi, finalmente uno alla volta i piccoli vengono recuperati e messi in sicurezza.
Viene catturata anche la mamma con l’intento di liberare l’intera famigliola in un luogo tranquillo. Ma qui si pone un altro problema: le abbondantissime piogge dei giorni precedenti hanno ingrossato a dismisura il Lambro e il Lambretto, rendendo impossibile il rilascio degli animali in quell’acqua vorticosa. Si decide allora di liberare la famiglia nel laghetto dell’Oasi di Biodiversità del Canile di Monza.
Il tentativo sembra andare a buon fine, ma dopo poche ore mamma germana decide di prendere il volo e, con sorpresa di tutti, ci viene segnalata il giorno dopo proprio nel luogo di nidificazione dove la attende un germano maschio, sicuramente il padre dei piccoli. Per farla breve: i quattro piccoli vengono ricoverati nella speciale nursery dell’ENPA di Monza, allestita con chioccia artificiale, dove sono rimasti tutti questi mesi fino al rilascio nel laghetto del Canile e lì stanno vivendo serenamente. E la mamma? I Park Angels ci hanno informati che ha sfornato un’altra covata nello stesso luogo, dove il tombino è stato messo in sicurezza.
Sette anatroccoli salvati dal canale Villoresi
Il secondo salvataggio si è svolto nel pomeriggio di sabato 2 giugno: una cinquantina di curiosi hanno fatto da pubblico alle lunghe operazioni di recupero da parte di due giovani volontarie ENPA, Susanna ed Eleonora, con il preziosissimo aiuto dei vigili del fuoco di Lissone (sul posto con una autopompa e l’assistenza di una autoscala dalla caserma di Monza) di una femmina di Germano reale e nove piccoli, all’interno del canale Villoresi, lungo viale Lombardia, pericolosamente vicini alla griglia della centrale idroelettrica.
Un’operazione tutt’altro che semplice, condotta utilizzando corde e retini, attivata dalla segnalazione di un cittadino che ha chiamato ENPA Monza preoccupato dal pericoloso risucchio della corrente, che stava attirando la famiglia verso il vortice dello scolmatore. Purtroppo, nonostante il tempestivo intervento delle volontarie e dei vigili del fuoco, due anatroccoli erano già stati risucchiati al momento del salvataggio. Attivare l’intervento dei vigili del fuoco è stato determinante, dal momento che la loro presenza ha consentito di accedere all’area recintata e di svolgere in sicurezza la lunga operazione di salvataggio, durata quasi quattro ore. È stato quindi possibile mettere in salvo i 7 germanini rimasti, immediatamente trasferiti presso la struttura di via San Damiano 21, mentre la mamma germano, spaventata dalle operazioni di recupero è volata via.
L’Oasi di Biodiversità
Tutti i germanini di queste storie sono stati ospitati, curati e nutriti presso il Canile di Monza dai nostri volontari e possiamo dire con orgoglio che hanno tutti superato il periodo critico dell’ingresso in struttura. Va infatti ricordato che si tratta di animali delicati e che necessitano di cure specifiche, soprattutto quando sono piccoli e senza mamma. Ora possono tutti beneficiare dello splendido laghetto dell’Oasi di Biodiversità del Canile, dove sono stati rilasciati e dove potranno restare per tutto il tempo che vorranno.
Pubblicato il 21 Luglio 2024