“Un articolo di legge che consegna le aree protette italiane al piombo delle doppiette e che farà danni enormi alla natura e alla fruizione dei parchi. Fermate quel testo”.
Lo dichiarano ENPA, Lav e Lipu a proposito del progetto di riforma della legge 394/91 (Legge Quadro sulle Aree Protette) in discussione presso la Commissione Ambiente del Senato, con relatore Massimo Caleo (nella foto a sinistra, presa dalla sua pagina Facebook). Il senatore Caleo prova a negare l’evidenza ma il gioco è stato scoperto.
L’articolo 10 del testo unico modifica profondamente il regime di controllo faunistico all’interno delle aree protette, eliminando totalmente i metodi ecologici oggi previsti, e assumendo, camuffandoli sotto la parola “controllo”, la caccia, gli abbattimenti, le catture e persino le eradicazioni come unica modalità per risolvere i problemi.
“Nessun limite di tempo viene indicato per le attività di abbattimento – proseguono ENPA, Lav e Lipu – che dunque possono avvenire in ogni momento dell’anno, anche durante le fasi biologicamente più delicate come, ad esempio, quelle di nidificazione degli uccelli, in primavera ed estate. Nessuna limitazione viene prevista per le specie da controllare, nemmeno con riguardo a quelle particolarmente protette come ad esempio il lupo, che dunque diventa uno degli obiettivi più a rischio di questo articolo. Né alcun riferimento viene fatto alla Direttiva Uccelli, che prevede rigide procedure in caso di deroghe di caccia, già costateci una condanna europea. Con il testo Caleo, nessuno saprà come comportarsi per la concessione della deroga e cioè a quali norme fare riferimento, come individuare e quantificare i danni, e quali sistemi alternativi all’abbattimento mettere in atto. Ed è proprio quest’ultimo il punto principale del testo Caleo: la rinuncia totale e definitiva ad affrontare i problemi faunistici con la scienza e l’intelligenza, dando tutto in mano ai fucili”.
“La situazione che si prospetta è dunque chiara – affermano le associazioni – sebbene il senatore Caleo cerchi di negarla: caccia nei parchi per tutto l’anno e sotto le mentite spoglie del controllo faunistico. Un fatto grave, gravissimo, che pur declinato in un articolo pieno di “ghirigori” tecnici, corrisponde ad una vera e propria dichiarazione di guerra alle ultime aree italiane libere dalle doppiette”.
“Chiediamo al Governo, alla maggioranza, alle opposizioni – concludono ENPA, Lav e Lipu – di fermare questo testo e ripristinare un minimo di ragionevolezza nei rapporti col territorio italiano, strappandolo alle lobby venatorie e a quanti, in un modo o nell’altro, stanno prestando loro il fianco”.