Addio alla “Capra” del Lambro

Si chiamava semplicemente “Capra” perché nessuno le aveva mai dato un nome. E nemmeno si sa da quanto tempo vivesse in quella specie di giungla a ridosso del Lambro in centro Monza, che per lei era diventato un vero paradiso, con cespugli da brucare a volontà e rifugi dove nascondersi dalla presenza umana. Quel che è certo è che era considerata una sorta di mascotte da tutti i condomini dei palazzi lì vicino.

Quest’estate, dopo anni trascorsi nell’anonimato, Capra aveva avuto il suo piccolo momento di celebrità: il signor Luca, che da tempo le riservava premurose cure e le aveva anche costruito una confortevole casetta di legno, aveva notato una vistosa zoppia alla zampa sinistra e si era rivolto a ENPA di Monza e Brianza per decidere il da farsi.

Una rocambolesca cattura…

Dopo un lungo mese di tentativi andati a vuoto per catturarla (Capra era furbissima entrava nella gabbia-trappola ma riusciva anche a uscire dopo aver mangiato il mangime usato come esca) finalmente nella penultima settimana di maggio l’operazione recupero era andata a buon fine. (Leggi l’articolo qui.)

Foto sopra, durante l’operazione di recupero; sotto, durante la breve permanenza al rifugio di Monza).

… poi il ritorno a casa

Arrivata al rifugio di via San Damiano, la visita veterinaria a cui è stata sottoposta confermava che la zoppia era dovuta solo all’inesorabile passare del tempo. Capra era così tornata nel suo paradiso sulla riva del fiume, sempre seguita con amore dal signor Luca.

Purtroppo l’artrosi sempre più invalidante, il freddo e la pioggia dei giorni scorsi hanno dato il colpo di grazia al suo fisico già debilitato dall’età. Dopo giorni passati completamente immobile all’interno della sua casetta, Capra è stata trovata agonizzante dal suo amico e custode di una vita e si è poi spenta serenamente.

Ora quell’oasi di pace e serenità, senza la sua silenziosa presenza, non sarà più la stessa.

Pubblicato il 15 dicembre 2020