Green Hill: giustizia è fatta!

Condannati per maltrattamento e uccisione di animali i responsabili di Green Hill.
Oggi, venerdì 23 gennaio 2015, presso il Tribunale di Brescia si è concluso il processo con la sentenza di condanna dei tre dei quattro responsabili di Green Hill, l’allevamento di beagle di Montichiari (BS), accusati di maltrattamento e di uccisione di animali. Le pene: per il veterinario dell’allevamento e uno dei co-gestori del’allevamento, un anno e sei mesi; per il direttore della struttura, un anno più risarcimento delle spese, con sospensione dalle attività per due anni per i condannati. Assolto invece l’altro co-gestore.

Presenti in aula per assistere al verdetto del processo Carla Rocchi, Presidente Nazionale dell’ENPA (nella foto sopra, dietro la bandiera dell’ENPA e nella foto sotto con il beagle), Marco Bravi, responsabile del centro Comunicazione & Sviluppo Iniziative dell’ENPA, un gruppo di volontari della sezione di Monza e Brianza dell’ENPA, oltre a rappresentanti della LAV e di altre associazioni animaliste.

Di seguito il video realizzato dall’ENPA: la cronaca di una giornata storica che mette una pietra miliare contro la sperimentazione, una procedura inutile, dannosa (anche per gli esseri umani) ed eticamente intollerabile.

guarda video

I responsabili di Green Hill escono sconfitti dalla giustizia, sconfitti e condannati dall’opinione pubblica e dalla memoria di tanti cani, non solo dei cani che sono stati liberati da Green Hill in quell’indimenticabile estate del 2012 (alcuni dei quali erano presenti oggi fuori dal Tribunale), ma soprattutto di tutti quelli che non siamo riusciti salvare.

Il commento al caldo di Carla Rocchi:

«Una sentenza storica che segna una straordinaria vittoria per gli animali. Il 23 gennaio sarà la Giornata della Memoria dell’animalismo. Con la sentenza di oggi si chiude la triste stagione degli allevamenti dei beagle da laboratorio. Animali che venivano trattati alla stregua di merci e non come esseri senzienti e che, in quanto tali, vedevano calpestato il loro diritto a una vita comunque dignitosa a prescindere dal fatto che fossero destinati alla sperimentazione. Questa sentenza è importantissima – prosegue la presidente ENPA – proprio perché afferma in modo inequivocabile che nessun essere vivente può essere costretto in condizioni di sofferenza e di deprivazione, tanto più se ciò avviene come conseguenza di un impiego per attività umane.»
ENPA, che nel processo Green Hill si è costituito parte civile e che ha dato un contributo fondamentale affinché gli oltre 2.600 beagle liberati dalla struttura trovassero una famiglia, auspica che questo pronunciamento possa rappresentare il primo tassello per superare tutte quelle situazioni di inaccettabile sfruttamento che gli esseri senzienti non umani sono costretti a subire in nome del profitto.