Il Comitato dei Cittadini promotore dell’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) End the Cage Age ha presentato ricorso presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea contro la Commissione UE, responsabile di aver tradito il proprio impegno a proporre una normativa per mettere fine all’allevamento in gabbia.
La documentazione a sostegno del ricorso del Comitato dei Cittadini è stata inviata alla Corte di giustizia dell’Unione europea in Lussemburgo. Secondo il Comitato, la Commissione è venuta meno all’impegno, preso in risposta all’ICE End the Cage Age, di presentare una proposta legislativa per l’eliminazione graduale dell’uso delle gabbie dagli allevamenti europei.
End the Cage Age è stata la prima e finora l’unica ICE a ottenere dalle istituzioni UE un chiaro impegno formale. Inoltre, Il Comitato sottolinea come le ICE siano state introdotte con lo specifico intento di garantire ai cittadini dell’UE una maggiore influenza sui processi decisionali dell’Unione e come la retromarcia della Commissione rispetto al suo storico impegno comprometta proprio lo scopo di questo strumento democratico.
Una lotta cominciata nel 2018
Lanciata nel 2018, la raccolta di firme a livello europeo per chiedere la fine dell’uso di ogni tipo di gabbia per allevare animali a scopo alimentare ha visto la più grande coalizione europea di ONG mai riunitasi, con il sostegno di una coalizione di 170 associazioni coordinate da Compassion in World Farming (CIWF), di cui 20 italiane. L’ICE ha raccolto 1,4 milioni di firme certificate, ben al di sopra del milione richiesto.
Terminato il processo di convalida delle firme da parte delle autorità nazionali dei vari Paesi, il 2 ottobre 2020 CIWF le aveva consegnate, a nome della Coalizione europea contro le gabbie, alla Commissione europea.
A giugno del 2021, la Commissione UE aveva assunto l’impegno formale a presentare, entro la fine del 2023 una proposta legislativa per vietare l’uso delle gabbie negli allevamenti europei.
L’azione legale “End the Cage Age” presso la Corte di Giustizia UE, le cui spese sono sostenute da CIWF, è ora la prima a chiamare la Commissione a rispondere della propria inazione in merito a una ICE. Se la Corte di Giustizia si esprimerà in favore del ricorso, la Commissione sarà obbligata a pubblicare la propria proposta legislativa, seguendo una tempistica chiara e ragionevole, e a rendere pubblico il proprio dossier sull’ICE End the Cage Age.
Annamaria Pisapia, uno dei sette membri del Comitato dei Cittadini promotori dell’ICE End the Cage Age, afferma: «La Commissione europea aveva dato la sua parola alle cittadine e ai cittadini UE che avrebbe proposto un divieto dell’allevamento in gabbia. Con la sua retromarcia, non ha tradito solo le persone, ma anche i 300 milioni di animali che ogni anno soffrono in gabbia negli allevamenti dell’UE. Non esistono giustificazioni per ulteriori ritardi.»
Le associazioni italiane della coalizione End the Cage Age hanno dichiarato: «Il ricorso presentato dal Comitato dei Cittadini contro la Commissione ha il nostro pieno sostegno. È un’azione non solo in difesa degli animali ma rappresenta anche tutti quei cittadini e cittadine dell’UE che hanno sostenuto convintamente I‘introduzione del divieto di allevamento in gabbia, ritenendo la ICE uno strumento democratico autentico, che avrebbe garantito loro maggior influenza sui processi decisionali dell’UE. Finora non è stato così, purtroppo, ma noi non ci diamo per vinti.»
Ancora oggi infatti oltre 300 milioni tra suini, galline, conigli, oche, vitelli, quaglie e anatre soffrono in gabbia all’interno degli allevamenti dell’Unione europea – vivendo una vita fatta solo di crudeltà e sofferenza.
Nell’ottobre dello scorso anno, proprio l’Eurobarometro della Commissione Europea ha evidenziato che una schiacciante maggioranza di nove cittadini UE su dieci – circa 400 milioni di persone – ritiene che gli animali non debbano essere allevati in gabbie individuali. Anche i consulenti scientifici della Commissione, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), si sono espressi a favore della graduale eliminazione delle gabbie per motivi di benessere animale per suini, vitelli, galline ovaiole, quaglie, oche e conigli.
Un iter bloccato all’improvviso
La Commissione stava per presentare la propria proposta legislativa per mettere fine all’allevamento in gabbia lo scorso autunno, quando la presidente Ursula Von der Leyen ha messo il tutto in pausa, molto probabilmente dietro le pressioni della lobby agricola.
Un voltafaccia arrivato a discapito del fatto che i funzionari della Commissione avevano già completato tutti i preparativi e le valutazioni e consultazioni necessarie, e nonostante la proposta include un solido sostegno finanziario per assistere gli allevatori durante la transizione verso sistemi senza gabbie. Una misura, questa, che trova il favore delle associazioni di protezione animale, che ritengono che i sussidi pubblici dovrebbero essere reindirizzati per sostenere gli allevatori che transitano a sistemi più rispettosi del benessere animale e a coltivazioni vegetali, nel rispetto della natura e nell’interesse della società tutta.
Cosa possiamo fare noi
Le associazioni si rivolgono ai loro sostenitori, chiedendo di dimostrare il loro supporto all’azione legale End the Cage Age sui loro canali social, taggando la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nei loro post (@vonderleyen).
Pubblicato il 3 aprile 2024