I gatti randagi muoiono anche così

Si sa poco di questo bel micione tigrato, solo che era un giovane randagio che circolava, da quando era ancora un gattino, a Renate (MB) in zona Municipio. Non si faceva toccare anche se non disdegnava la presenza delle persone – purché tenessero qualche metro di distanza – come l’anziano pensionato che lavorava nel suo orto in via Tripoli mentre il gattone si godeva qualche raggio di sole sulla panchina del giardino. Non si sa se qualcuno nella cittadina brianzola gli desse da mangiare, ma di sicuro la popolazione di topi, che arrivavano dalla vicina ferrovia, era notevolmente diminuita da un anno a questa parte.NS-gatto Renate-0014
Una vita tranquilla, con qualche disagio, come quella di tanti gatti di nessuno, fino a sabato 24 ottobre quando una volontaria ENPA riceve una telefonata. Il gattone si è presentato, come quasi ogni mattina, in quel giardino di via Tripoli. Ma questa volta con la zampa posteriore destra letteralmente tranciata all’altezza della coscia. Fa fatica a camminare e la ferita è già coperta da mosche. Una veterinaria è sul posto ma i suoi tentativi di recuperare il gatto, di indole selvatica, falliscono. Due volontari ENPA esperti nel recupero di gatti, Anna e Donato, si recano sul posto con una gabbia a scatto (che si chiude non appena l’animale, attirato dall’esca, vi entra), ma il gatto se n’è già allontanato. Le ricerche, anche lungo la ferrovia, non danno frutti.
La mattina dopo il gatto ritorna, sempre più debole, annusa il cibo senza entrare nella gabbia e dopo un paio d’ore se ne va. Lunedì un’altra volontaria, Juliet, posiziona una seconda gabbia di tipo manuale che si chiude a distanza con un lungo filo. Ma del gatto nessuna traccia, anche nei giardini e aree verdi contigui, accuratamente setacciati.
Nei giorni successivi rimane in posizione la gabbia automatica (con cibo sempre fresco) ma il gatto non si fa vedere e crescono i dubbi sul fatto che sia ancora vivo.
Il triste epilogo e il peggiore timore
Finalmente una risposta all’appello pubblicato sulla pagina Facebook dell’ENPA conferma quanto NS-gatto renate-0007temevamo. Il gatto è stato trovato morto già lunedì sera nel cortile della Casa di Accoglienza Betania in via Garibaldi, ad appena 400 m di distanza dal giardino di via Tripoli, dove peraltro era di casa: veniva a trovare le gatte libere che vivono nei pressi del centro per disabili, ed è qui che è stato seppellito.
Come sempre in questi casi rimane il rammarico di non essere stati in grado di risparmiare al gatto una sofferenza atroce e una lenta agonia, permettendogli almeno una morte dignitosa. Oltre a questa amarezza resta il terribile dubbio sulla tremenda ferita che gli è stata inferta: potrebbe essere stato investito da un treno o colpita da una falciatrice, oppure, ipotesi più inquietante, potrebbe essere stato ferito intenzionalmente oppure, ancora, potrebbe essere finito in una NS-articolo esagono 18-4-2011tagliola (ricordiamo che la detenzione, vendita e uso di questo tipo di trappola, usata una volta per catturare la selvaggina, sono vietati dal 1992).
L’episodio ha una triste analogia con quanto accaduto quattro anni fa: proprio nello stesso quartiere di Renate, ci sono stati, infatti, due episodi di gatti di proprietà mutilati e avvelenati, denunciati dai padroni alla Polizia Locale e descritti sulle pagine della testata Esagono nell’edizione del 18/4/2011 (vedi immagine a destra). Inoltre, nel 2014 si sono registrati diversi casi di polpette avvelenate nei campi tra Renate e Briosco (MB) che hanno ucciso almeno due cani.
Il nostro appello al Sindaco di Renate
Visto questo ultimo episodio e quelli del 2011, l’ENPA di Monza e Brianza ha inviato una lettera al Sindaco di Renate, Matteo Rigamonti, per metterloNS-gatto Renate-0009 al corrente della vicenda e ricordare che i gatti che vivono in stato di libertà, come sancito dalla Legge 281/91, sono “patrimonio indisponibile dello Stato, soggetti alla diretta tutela dei Sindaci e delle Associazioni di volontariato che devono collaborare per la loro tutela. La lettera rammenta inoltre che il Codice Penale punisce l’uccisione e il maltrattamento di animali, rispettivamente con la reclusione da tre a diciotto mesi, e con la reclusione da tre mesi a un anno o con una multa da 3.000 a 15.000 euro.

ENPA chiede al primo cittadino di Renate di sollecitare la Polizia Locale a una particolare attenzione sul territorio ed eventualmente di attuare una collaborazione con ENPA Sezione di Monza e Brianza per una maggiore sensibilizzazione dei cittadini.
Informazioni e testimonianze
Chiunque fosse in grado di fornire elementi su questo caso, o fosse a conoscenza di persone che mettono trappole o tagliole sul territorio, è pregato di comunicarlo alla Protezione Animali, anche anonimamente, contattando la Sede Operativa ENPA in via Lecco 164, 20900 Monza (MB). Tel. 039-388304 / email: maltrattamenti@enpamonza.it.