Cane trovato col collare elettrico

Nello scorso agosto era toccato a Rocky, un cagnolino trovato con un collare elettrico al collo a Besana in Brianza (MB); stavolta il protagonista è un bracco di circa tre anni.

Nei giorni scorsi il Nucleo Antimaltrattamento dell’ENPA di Monza e Brianza è intervenuto a Villasanta (MB) su segnalazione di privati cittadini, solerti come al solito, che denunciavano la probabile presenza del tanto esecrato strumento di “addestramento” in un campo dove vengono addestrati cani da caccia.collare elettrico-NS_0120

Il sopralluogo ha permesso di verificare che quanto segnalato corrispondeva al vero: tra diversi cani da caccia, tutti peraltro vaccinati, con documentazione in regola, in ottimo stato di salute e di proprietà di un cacciatore italiano sessantenne, ce n’era uno con un vistoso collare elettrico al collo (nelle foto). Alla richiesta di spiegazione da parte dei volontari, il proprietario si è giustificato dicendo che è abitudine nell’addestramento venatorio ricorrere a tale strumento per migliorare il riporto del selvatico da parte del cane. Il cane che lo portava, secondo lui, era fin troppo vivace e poteva far male agli altri suoi cani. Inoltre ha asserito che il collare gli era stato regalato ed era certo che non funzionasse. Cosa peraltro smentita dai fatti.

I volontari hanno sensibilizzato il cacciatore ricordando che tale modalità di addestramento è vietata nel territorio di Villasanta e il collare (sporco e puzzolente) è stato ritirato raccomandando che esistono metodi di addestramento alternativi. Il Nucleo Antimaltrattamento comunque tornerà regolarmente a verificare la situazione, nel caso il proprietario risultasse recidivo scatterebbe un intervento con le autorità competenti e sarebbe comminata un’ammenda da 100 a 500 euro.collare elettrico-NS_0116

ENPA ringrazia il Comune di Villasanta che ha dimostrato grande sensibilità nel condannare l’impiego di un simile strumento coercitivo, così come sancito dal Regolamento Comunale sulla Conduzione e il Benessere degli Animali (in vigore dal 2007) all’articolo 9 sul maltrattamento e mancato benessere di animali che vieta l’uso di strumenti cruenti (collari elettrici con rilascio di scariche, collari con punte, ecc.) per l’addestramento di qualsiasi animale.

Noi siamo contrari!

ENPA di Monza e Brianza è fermamente contraria all’impiego di collari elettrici e la nostra posizione è ben espressa dalla parole di Silvia Ferrario, sia come educatore cinofilo ENPA sia come educatore cinofilo con approccio cognitivo: “Tra le varie forme di apprendimento, esiste l’apprendimento per conseguenza, che a ogni  comportamento del cane può far seguire una gratificazione (quindi un premio) o una punizione. Con il premio si incentiva il ripetersi di un comportamento gradito; con la punizione si cerca di evitare il ripetersene di uno sgradito. Il collare elettrico lavora proprio sul concetto di dare una punizione, creando dolore nel momento in cui viene percepita la scossa elettrica.

La punizione suscita nel cane emozioni negative come paura e rischia inoltre di minare la relazione con il proprietario dal momento perché viene a mancare la fiducia all’interno del binomio, non mi posso fidare di chi mi fa paura.

Purtroppo ancor oggi alcuni proprietari o addestratori utilizzano il collare elettrico per evitare che il cane presenti dei comportamenti indesiderati (l’abbaio, l’allontanarsi se lasciati liberi, il rapporto con i suoi simili), e alcuni cacciatori lo impiegano come forma di addestramento alla caccia. Da educatore – prosegue la Ferrario – posso affermare che ci sono metodi ben più consoni per insegnare al cane a comportarsi in modo gradito che non si basano sull’incutere timore al cane provocando dolore fisico o disagio psicologico e con i quali il cane impara a mettere in atto comportamenti graditi perché li apprende in modo cognitivo.

Molti comuni nella provincia di Monza e Brianza hanno vietato l’utilizzo dei collari elettrici nel loro territorio. A oggi purtroppo non è ancora stata vietata la vendita ma ci sono diverse sentenze a favore dei cani che, anche se purtroppo non fanno diritto, almeno creano dei precedenti e sensibilizzano.”