Erano 27 beagle, arrivati a ottobre 2014 al canile di Monza, provenienti da un laboratorio di sperimentazione di Napoli che, tramite il Ministero della Salute ce li ha dati in affidamento (sarebbero altrimenti stati destinati alla soppressione una volta finiti gli esperimenti), al fine di riabilitarli e trovare loro casa.
Via via li abbiamo visti lasciare i loro box alla volta di una vera casa e una vera famiglia, ma Lupin, il nostro inconfondibile moschettiere dal nasone rosa, rimaneva sempre lì. Finché ha incontrato Paola e Roberto, che dapprima sono stati i suoi “genitori a distanza”, e poi, come qualche volta succede, si sono trasformati, con nostra somma gioia, in genitori veri. Con loro Lupin è rinato e il racconto di Paola ci conferma che il suo triste passato è sempre più alle sue spalle, ora è il momento di godersi una meritata vita d’amore e di coccole.
«Abbiamo scoperto il Progetto Famiglia a Distanza via social, guardavamo le foto e i vostri commenti ogni sera, sperando di vederne di nuove dei nostri “preferiti”. Poi l’idea di venire un pomeriggio a vedere come potesse essere nella realtà tutto questo. Ricordo la volontaria Stefania (foto sotto a sinistra con Lupin) che durante il giro ai box con entusiasmo e gioia negli occhi raccontava la storia di ogni cane! Durante il giro confesso che non vedevamo l’ora di arrivare dai beagle, perché Roberto li adora, abbiamo visto Lillo, piccolo e con i suoi occhi grandi… Lupin era subito dopo di lui nel box .. talmente impaurito che da lontano a malapena alzava lo sguardo ed è per questo che l’abbiamo scelto.
Sapevamo che non sarebbe stato semplice – prosegue Paola -, avevamo letto la sua storia. Ogni sabato mattina venivamo a trovarlo e già fissavamo l’appuntamento per il sabato successivo… Lupin ci ha conquistato, ogni volta con un passo in più verso di noi, con uno scodinzolio, una carezza concessa, un giro al guinzaglio senza tirare ma anche sabati con la paura per la pioggia, o perché era semplicemente il suo “giorno no”. Non importava, era più che giustificato.
Non siamo mai andati a casa dopo una visita con meno entusiasmo o voglia di tornare. Forse avevamo più bisogno noi di lui e ogni nuovo passo in più verso di noi era una conquista.
Stavamo iniziando a volergli bene e sentire il desiderio di non rimanere solo “una famiglia a distanza” ma di volerlo portare a casa con noi, essere una famiglia. Ci avremmo messo tutto il tempo a lui necessario per fidarsi di noi, speravamo di poter essere le persone giuste dato il suo vissuto. E così e stato. Un crescendo di emozioni fino al grande giorno: il 25 giugno. Il viaggio verso casa, sperando che nulla lo spaventasse.
Lupin è una sorpresa ogni giorno, adora passeggiare in giardino, annusare l’aria fresca del mattino, guardare una lumaca dopo la pioggia. È tranquillo, ascolta ciò che gli insegniamo e lo impara velocemente. Ora entra ed esce di casa da solo. Non sporca in casa durante la notte, ha imparato ad entrare nella sua cuccia ( inizialmente voleva stare solo sul pavimento), ci segue ovunque, cerca molto il contatto fisico. Adora essere coccolato e abbaia ai vicini di casa quando passano, fa anche la guardia e ne siamo felici.
Non ama la tv, quindi favorisce il dialogo durante pranzo e cena! Non possiamo che essere felici di averlo con noi, di aver costruito grazie alle volontarie Sara (sopra a destra mentre passeggia nel parco canile-gattile con Lupin) e Stefania e ai preziosi consigli dell’educatrice Valentina (a sinistra con Lupin in braccio) un contatto con lui. Di aver avuto una preziosa opportunità – conclude Paola – che speriamo possano cogliere quante più persone avranno modo di conoscere il Progetto Famiglia a Distanza».
Nella foto in alto, Lupin nella sua nuova casa. Foto di gruppo, Lupin con Paola e Roberta al momento di lasciare il canile per andare a casa per sempre.