Animali selvatici: l’amore si dimostra col rispetto

Mentre della questione “cani incustoditi nei giardini della Villa Reale” si parla anche in consiglio comunale di Monza, ci lascia con l’amaro in bocca la notizia della morte dello scoiattolo rosso aggredito da un cane i primi di marzo (vedi articolo qui), avvenuta il 7 aprile a seguito di una violenta e improvvisa crisi epilettica, mentre si trovava ancora in degenza ma sembrava del tutto fuori pericolo e in via di guarigione (foto a sinistra).

Poco dopo questo episodio di aggressione, un altro scoiattolo, una femmina che probabilmente aveva i piccoli su chissà quale albero, era morto annegato perché tuffatosi nel laghetto per sfuggire all’attacco dell’ennesimo cane libero (vedi articolo qui). La foto sotto dello scoiattolo che si tuffa in acqua è del fotografo austriaco Julian Rad.

Purtroppo questi sono solo gli episodi più recenti di una lunga serie di aggressioni agli animali selvatici e agli anatidi che, nei giardini della Villa Reale (come l’oca “Patty” nella foto sotto, deceduta in seguito a un’aggressione), dovrebbero invece vivere in totale tranquillità.

ENPA ha più volte, e con forza, lanciato appelli ai proprietari di cani affinché non lascino liberi i propri animali nei giardini della Villa contravvenendo a un preciso regolamento in vigore che prevede, in caso di inosservanza, sanzioni amministrative. L’appello di ENPA è anche mirato al rispetto di tutte le forme di vita animale che popolano questo bellissimo luogo.

Ma oggi riteniamo anche indispensabile affrontare anche il problema di alcune abitudini adottate da molti cittadini che frequentano quotidianamente il parco di Monza e la Villa Reale.

Selvatici e domestici sono diversi!

Purtroppo molte persone non si rendono conto della profonda differenza che c’è tra animali domestici e animali selvatici. Questi ultimi sono considerati carini e simpatici, ci affascinano e viene in automatico provare a interagire con loro, cercando di creare un rapporto come quello che c’è magari tra noi e il nostro cane o gatto. Dal nostro punto di vista è un modo per trasmettergli il nostro affetto e non ci rendiamo conto che così facendo li esponiamo a pericoli non indifferenti come, ad esempio, le aggressioni da parte di cani con padroni incivili.

Nel caso degli scoiattoli, l’abituarli a prendere cibo dalle nostre mani, a salirci addosso, può far piacere a noi, ma stravolge la loro natura abituandoli a scendere a terra, a non avere paura dell’uomo, anzi a cercarlo perché identificato come fonte di cibo quotidiana. Così facendo li rendiamo vulnerabili e facili prede di malintenzionati o di animali predatori, cani, come in questi casi. Con questi comportamenti si può alterare talmente la loro natura selvatica da spingerli addirittura a non sentire la necessità di andare in letargo nella stagione invernale.

Non ci si deve mai dimenticare che gli animali selvatici tali devono rimanere. Per aiutarli davvero dobbiamo stare il più lontano possibile da loro, evitando ogni tipo di approccio (la cosa più bella è vederli in azione in natura magari con l’uso di un binocolo…).

Se si vuole dar da mangiare agli scoiattoli possiamo farlo, ma rispettando la loro natura, posizionando, ad esempio, frutta secca tra i rami degli alberi. In natura i selvatici trovano tutto quello di cui hanno bisogno ed è il caso di aiutarli solo in caso di reale necessità, durante il periodo invernale, o soccorrendoli se sono feriti e consegnandoli immediatamente a strutture attrezzate.

Quel pane ad anatre e cigni…

Sicuramente diverte i bambini ed è quasi un rituale per molte persone quello dare il pane raffermo agli anatidi (cigni, oche e anatre) ospiti del laghetto della Villa Reale. Troppo pane, tra l’altro, non fa nemmeno bene (ne avevamo parlato anche noi – leggi qui) e se nessuno desse loro da mangiare, starebbero molto più in acqua al sicuro e sugli isolotti per stare il più lontano possibile dall’uomo.

Perché un conto è riconoscere la figura del custode che porta cibo idoneo (granaglie ecc.) una volta al giorno, (come fosse la gattara con la sua colonia) e avvicinarsi a lui, un conto è ricevere cibo da tutti e stare praticamente sempre a ridosso delle panchine. Gli anatidi non sono effettivamente fauna selvatica ma i rischi sono gli stessi, perché al “banchetto” si uniscono spesso anche i germani reali e anche loro imparano a non temere gli umani, sia quelli animati da buone intenzioni, sia, purtroppo, quelli che di intenzioni ne hanno ben altre.

Pubblicato il 17 aprile 2018