Sono purtroppo sempre numerosi i casi di cani presi con estrema leggerezza senza pensare alle loro necessità psicofisiche e non sembra avere fine l’epidemia di quelli detenuti in condizioni totalmente inadeguate. Ed è grazie alle segnalazioni dei privati cittadini che queste situazioni vengono alla luce. Nella sola giornata di sabato 5 luglio i volontari del nucleo anti-maltrattamento dell’ENPA hanno affrontato ben due casi analoghi.
Alla catena e senz’acqua.
A Busnago (MB) è stato segnalato un pastore tedesco magro e legato a corta catena (nella foto grande sopra e accanto). Arrivati sul posto, i volontari hanno difatti trovato il cane legato a una catena di due metri e mezzo, confinato dietro una serie di bancali con materiale edile. A disposizione aveva una cuccia di cemento, ciotole contenenti alcune crocchette e molti pezzi di pane. Non aveva un riparo dal sole cocente, ma soprattutto era senza acqua: la ciotola era totalmente asciutta. Il proprietario si è giustificato dicendo che probabilmente l’acqua era stata rovesciata dal cane e ha dichiarato di aver salvato il cane da morte sicura, recuperandolo un po’ di anni prima nei boschi di Imbersago (LC), e di non essersi mai preoccupato di rintracciarne il proprietario, sostenendo inoltre di non sapere che gli animali dovessero essere registrati.
Viste le condizioni dell’animale, i volontari hanno richiesto l’intervento del servizio veterinario dell’ASL di zona. Il cane – una femmina che il veterinario ASL ha stimato avesse soli due o tre anni – non era mai stata visitata ed era sprovvista di microchip e documenti sanitari. Oltre a essere visibilmente denutrita era sporca e presentava alcune escoriazioni sulla schiena e al collo (visibili nella foto a destra), probabilmente dovute alla continua detenzione alla catena, nonostante il proprietario assicurasse che di notte veniva liberata.
Di carattere socievole, il cane è stato ritirato e trasferito al canile Fusi di Lissone (MB) dove, dopo le cure del caso, sarà disponibile per l’adozione.
Si ringrazia l’ASL per la continua e proficua collaborazione.
Legata nel giardino condominiale.
Il secondo caso ha per protagonista una femmina incrocio Jack Russell di circa due anni, legata perennemente con una corda di un metro e mezzo, senza alcun riparo, nel giardino condominiale in un comune dell’alta Brianza.
La famiglia ha cercato di giustificare la gestione del tutto inidonea dapprima come situazione momentanea (stavano facendo le pulizie in casa), poi hanno ammesso che di giorno la tenevano legata fuori e in casa la notte.
Alla fine hanno accettato di cedere all’ENPA la cagnolina, che sostenevano di aver trovato vagante per strada. Al canile di Monza – dove le è stato dato il nome “Brioche” in quanto piccola e dolce – verrà visitata, microchippata, vaccinata e sterilizzata, e poi potrà trovare finalmente una nuova famiglia che, siamo sicuri, non tarderà ad arrivare! Nella foto, Brioche con una volontaria ENPA.