Killer dei gatti, dopo la denuncia Enpa, ecco i nuovi sviluppi

Una gatta, Stella, l’hanno trovata morta per ipotermia, accucciata sul divano vicino alla sua proprietaria che dormiva. Un’altra, Stellina, è deceduta in seguito a una rottura epatica, causata – si ipotizza – dalle percosse. Di un altro gatto si sono perse le tracce, mentre un quarto, ribattezzato Salvo, è stato soccorso in extremis e sequestrato poco prima che potesse subire la sorte degli altri tre.

Benché le indagini siano ancora in corso, il quadro indiziario sembra puntare in una direzione precisa: in alta Lombardia, tra le province di Bergamo e Lecco, sarebbe in azione una vera serial killer di felini. I sospetti convergono su A.T., 41enne originaria di Milano ma residente a Lecco, denunciata da ENPA per uccisione e maltrattamento di animali (articoli 544 bis e ter del codice penale) e per questo indagata dalla Procura di Lecco. L’ipotesi di una morte violenta dei felini, riconducibile cioè a cause non naturali, è confermata anche dai veterinari che hanno esaminato il corpo dei poveri animali.

In almeno sei casi (quelli noti, ma ENPA sospetta ve ne siano molti di più) la donna –  si legge nella denunce presentate dall’Ente Nazionale Protezione Animali – ha preso in affidamento (da persone assolutamente ignare e in buona fede,  persino da un veterinario) cuccioli di gatto con età compresa tra due e quattro mesi e li avrebbe sottoposti a terribili vessazioni. Due (Stella e Stellina) sono sicuramente morti – il decesso di Stellina è compatibile con un congelamento nel freezer – il terzo è disperso, il quarto invece si è salvato grazie al sequestro preventivo deciso dal Gip del Tribunale di Lecco ed è stato affidato, dopo un periodo di cura in una clinica veterinaria all’ENPA di Bergamo.

A rendere la situazione ancora più allarmante è il fatto che la donna, nonostante sia sotto indagine e nonostante sia stata destinataria di un provvedimento di sequestro preventivo (oltre a un’ordinanza restrittiva emanata dal Comune di Lecco che vieta all’indagata la detenzione di animali), continuerebbe anche in queste ore a farsi affidare dei cuccioli di gatto. Nelle ultime settimane, infatti, l’indagata è stato oggetto di altri due sequestri. Gli investigatori sono riusciti a mettere in sicurezza altri tre gatti: prima Kimi (con presunto sfondamento dello sterno) e Sebastian, entrambi di 4 mesi (nelle foto), affidati all’ENPA di Monza, poi il 20 agosto Lucky, preso in carico dall’ENPA di Merate.

«Anche in considerazione della reiterazione di questi comportamenti – spiega Mirella Bridda, consigliera nazionale di ENPA e presidente della Sezione bergamasca dell’associazione – chiedo a tutti di usare la massima cautela e attenzione: la 41enne è in cerca di nuove vittime, non affidatele per nessun motivo gatti o altri animali».

L’intervista su “La Provincia di Lecco”.

Il 24 agosto il quotidiano lecchese ha pubblicato un’intervista con la donna indagata, la quale sostiene che tutte le accuse siano infondate. Contesta pure i tanti messaggi “cattivi” che sono stati postati da privati sul profilo Facebook, che intende chiudere, e comunica che denuncerà gli autori dei messaggi.

La replica di ENPA e l’ordinanza restrittiva del Comune di Lecco.

Da parte sua, ENPA replica (in data 27 agosto) di aver denunciato la signora dopo aver raccolto una gran mole di testimonianze, anche scritte, e altro materiale a suo carico. Tra cui, è doveroso precisarlo, i referti dei veterinari che hanno avuto modo di visitare gli animali, prima e dopo il loro decesso.

La validità di questo materiale, che l’Ente non può rendere pubblico per il rispetto del segreto istruttorio e del lavoro della magistratura, ha trovato diverse conferme. Una prima è arrivata direttamente dalla Procura con l’apertura delle indagini a carico della signora, una seconda dal GIP che ha autorizzato il sequestro preventivo del gatto Salvo.

ENPA attende con serenità la chiusura delle indagini e l’eventuale rinvio a giudizio. Sarà il giudice, in un auspicato processo in cui ENPA sarà parte civile, a pronunciarsi con un provvedimento finale.

Tuttavia, sostenere che al momento non ci sia alcun riscontro da parte delle indagini è affermazione non corretta, stante i tre citati provvedimenti cautelari e l’ordinanza del Comune.

Non crediamo nei processi sommari, tanto meno in quelli ad uso e abuso di social network, ma in questa vicenda ci sono possibili elementi di pericolosità sociale di cui è doveroso tenere conto, anche pubblicamente, per tutelare l’incolumità degli animali ed evitare il compimento o la reiterazione di reati.

Nelle foto, i due gattini ricoverati al rifugio di Monza: Sebastian (tigrato grigio) e Kimi (bianco e tigrato). Non possono essere adottati in questo momento in quanto sotto sequestro giudiziario.