LAV ed ENPA condannano la gara di caccia alle quaglie

Se c’è un essere vivente capace di escogitare le più varie, sconfinate, fantasiose forme di violenza, questo è l’Uomo. Che siano legali o illegali, la lista è lunga, quasi interminabile, periodicamente da aggiornare.

E tutte, indistintamente tutte, le forme di violenza hanno lo stesso comune denominatore: il target, cioè le vittime, normalmente scelte in base al loro grado di debolezza. Perché è esattamente questa la regola generale: la violenza, pur nei suoi differenti livelli di crudeltà, la si esercita sempre sugli esseri più deboli, umani o non umani che siano.

La violenza soffoca la pietà. E più le vittime sono piccole, dunque ancor più indifese, più facile è disporre di loro, più facile è assuefarsi alla violenza nei loro confronti; più facile chiudere gli occhi e indurire il cuore davanti alla loro sofferenza.

Al quagliodromo di Desio (MB), il prossimo 27 e 28 aprile, decine, forse centinaia di quaglie, vissute sin dalla loro nascita in gabbie anguste, le une accanto alle altre, senza nemmeno lo spazio per distendere le ali, gesto normale per un uccello quanto per un uomo quello di sgranchirsi le gambe, per la prima volta nella loro vita conosceranno la libertà. Apparentemente una notizia meravigliosa, anche per noi esseri umani che da sempre, istintivamente, siamo portati ad accostare il librarsi in volo degli uccelli al concetto stesso di Libertà.

Ma il risvolto triste, per molti versi raccapricciante, è che la loro libertà non durerà che pochi minuti, forse qualche istante, cronometrata con accurata precisione da una imparziale giuria che premierà l’abilità di questo o quel cacciatore nello spegnere il più rapidamente possibile, in quei poveri animali, l’illusione di affacciarsi alla vita, l’illusione di poter imparare a volare.

Ed è questo l’ingrediente in più che andrà in scena a Desio: il cinismo. Il cinismo di far assaporare la libertà a degli esseri viventi, ma solo per poco. Il cinismo di far pagare loro con la vita il prezzo di un diritto naturale inalienabile, quello della libertà. È la logica, spietata e fredda, del tiranno: concedere la vita e toglierla, per un capriccio.

Il movente di questa “creativa” forma di violenza? Il divertimento. Uccidere, per divertimento. Uno dei tanti, ingegnosi modi che l’Uomo riesce ad architettare per non far affogare nella noia la propria mediocrità. Una variante della banalità del male, che, proprio perché banale, non conosce la compassione, non sa vedere e apprezzare la bellezza, non sa riconoscere in quelle povere creature la dignità di esseri viventi. Loro, le quaglie, per i cacciatori sono solo bersagli animati.

Nella città di Desio centinaia di quaglie perderanno la loro vita per il piacere di alcuni. A Desio non verrà offesa solo la dignità di quei poveri animali, ma anche la nostra, di noi esseri umani, compresa quella degli artefici di questa pratica sadica e cinica, anche se non lo sanno. Avrebbero potuto divertirsi col tiro al piattello. Ma evidentemente per taluni sembra proprio impossibile riuscire a farlo, riuscire cioè a concepire di trascorrere una giornata divertente senza uccidere altri esseri viventi.

La LAV e l’ENPA stanno, e staranno sempre, dalla parte degli indifesi, la voce di chi non ha voce. E invitano i cittadini di Desio a fare lo stesso protestando, pacificamente, contro questa iniziativa. Tenete lontani i bambini da questi luoghi, non spegnete così presto in loro l’innata affinità, la naturale empatia che provano nei confronti degli esseri più piccoli.

Comunicato congiunto di LAV, sede territoriale Monza e Brianza, ed ENPA, sezione provinciale di Monza e Brianza.

Monza, 23 aprile 2019