Ucciso l’orso M90 in Trentino. La vendetta di Fugatti, che aveva firmato la condanna a morte

Di seguito la dichiarazione del 6 febbraio di Carla Rocchi, presidente nazionale di ENPA:

«Apprendo con orrore, con sgomento e con profonda indignazione che, in ottemperanza all’ennesima ordinanza di morte firmata dall’ursicida Maurizio Fugatti [presidente della Provincia Autonoma di Trento (PAT) e della Regione Autonoma del Trentino-Alto Adige, n.d.r.], M90 è stato ucciso dal Corpo Forestale del Trentino. Mi unisco al dolore e al cordoglio di tutti gli italiani per l’esecuzione di M90, un animale che, lo ricordo, non ha mai torto un capello a nessuno. L’orso era radiocollarato, quindi facilmente individuabile, ed è stato freddato poche ore dopo l’ordinanza di morte firmata dall’ursicida Fugatti. M90 è stato giustiziato sul posto, senza alcuna possibilità di appello, quella che in genere viene concessa a tutti i condannati. Una dimostrazione di spietatezza che fa rabbrividire».

Lo dichiara la presidente nazionale di ENPA, Carla Rocchi, che prosegue: «Fugatti, è bene ricordalo, avrebbe anche potuto puntare su una soluzione diversa dalle fucilate. Ma, dopo tutte le sonore bocciature ricevute in questi mese nelle aule di giustizia, forse era in cerca proprio di rivalsa. Evidentemente per l’ego del presidente del PAT, orsi e lupi costituiscano una intollerabile minaccia».

«Oggi piangiamo M90, ma già da domani l’Ente Nazionale Protezione Animali intraprenderà tutte la azioni necessarie affinché il presidente della PAT renda conto delle sue decisioni in tutte le sedi appropriate, italiane ed europee, tribunali compresi. E spieghi a tutti noi il motivo per il quale, come riconosciuto dallo stesso Ispra, in Trentino le attività di prevenzione e informazione sono ancora lettera morta».

Pubblicato il 7 Febbraio 2024