La provincia di Monza e Brianza ha un nuovo terribile nemico… le nutrie

Il primo gennaio è entrato in vigore in Lombardia il “Piano regionale triennale 2024-26 per l’eradicazione, controllo e contenimento delle nutrie”. Anche nella Provincia di Monza e Brianza si è messo in moto il piano di eradicazione, che tradotto in soldoni significa che si apre la caccia indiscriminata a questi roditori originari del Sud America. Introdotti in Italia negli anni Sessanta per la produzione di pellicce hanno potuto riprodursi liberamente, grazie alla capacità di adattamento, alla velocità di proliferazione (le femmine possono partorire fino a 15 cuccioli l’anno) e all’assenza di predatori naturali. 

In osservazione a quanto previsto dalla Legge Regionale, la nostra Provincia prevede che le nutrie possano essere uccise a colpi di fucile e carabina da parte di chi, da solo o in squadra, potrà organizzare le battute. La speciale abilitazione sarà rilasciata a chi possiede il porto d’armi da caccia e frequenterà un corso di formazione sia teorico che pratico che si concluderà con un esame che prevederà, tra l’altro, una prova di tiro: si dovrà centrare una sagoma di animale posta a cinquanta metri di distanza con almeno quattro dei cinque colpi a disposizione. In attesa della partenza delle lezioni il compito toccherà agli agenti della Polizia provinciale.

Così in Brianza

Ricordiamo che le nutrie non sono pericolose per l’uomo (sono animali assolutamente vegetariani) anche se spesso vengono confuse con grossi topi. Vengono accusate di scavare i cunicoli in cui si rintanano e di danneggiare gli argini dei corsi d’acqua e delle strade che li costeggiano.

Nel nostro territorio le nutrie sono ancora poco diffuse: tra gli esemplari noti ci sono quelli che si spostano lungo il Lambro tra Monza e Villasanta, comune che in accordo con Enpa aveva fatto una scelta alternativa (vedi l’articolo pubblicato il 21/12/2021), cioè la loro sterilizzazione (ricordiamo che l’Unione Europea ha dichiarato valida la pratica di sterilizzazione e del rilascio in libertà di questi animali selvatici).

Un destino segnato

Le nutrie finite in gabbia, precisa la Provincia, potranno essere uccise con un colpo di pistola ad aria compressa, considerato un metodo “estremamente rapido ed efficace e in grado di evitare inutili sofferenze e manipolazioni” o “tramite inalazione di monossido di carbonio in contenitori ermetici”. Dovranno, invece, essere liberati gli esemplari di altre specie catturati accidentalmente. Il piano di eradicazione non dovrebbe costare nulla alle casse brianzole in quanto sarà finanziato dalla Regione Lombardia che ha previsto uno stanziamento di 1,2 milioni di euro a favore di province e Città metropolitana.

Tutto ciò ci porta ancora una volta a condannare una politica miope e antiscientifica degli amministratori che governano la Regione Lombardia, che vede come unica soluzione per il contenimento di specie invasive la loro eliminazione fisica senza minimamente prendere in considerazione la via più intelligente e sicuramente meno crudele della sterilizzazione di massa.

I controlli di ENPA

ENPA ricorda che la nutria non è purtroppo più tutelabile attraverso la legge sulla protezione della fauna omeoterma (legge 157/92), ma resta sempre tutelata dall’articolo 544 bis e ter del Codice Penale che sanziona il maltrattamento degli animali. ENPA si renderà parte diligente, anche attraverso le proprie Guardie Zoofile, nel denunciare all’Autorità Giudiziaria tutti i casi di maltrattamento che dovessero essere accertati durante le attività di contenimento previste dalla legge regionale e provinciale.

Pubblicato l’8 Maggio 2024