Pur essendo nulla in confronto a quel che succede nel centro-sud Italia, il clima rigido di questo periodo sta mettendo a dura prova gli animali anche nella nostra regione.
Nella sola giornata di domenica 22 gennaio, ENPA di Monza e Brianza ha recuperato un airone cenerino debilitato da un digiuno forzato e una tartaruga dalle orecchie rosse in via di congelamento.
L’airone a caccia di pesci rossi
La presenza dell’airone viene segnalata al presidente dell’ENPA, Giorgio Riva, dalla Polizia Locale di Monza in tarda notte: una signora ha trovato nel suo giardino in zona viale Libertà un uccello “molto alto col becco molto lungo”, immobile sul bordo del laghetto ghiacciato che ospita alcuni pesci rossi.
Dopo aver appurato dalla signora che l’animale non è ferito, si decide di rinviare il recupero al mattino seguente poiché, quando si tratta di fauna selvatica, occorre intervenire con molta cautela.
Durante la notte l’animale – un airone cenerino (Ardea cinerea), chiamato così per la tipica livrea grigia – si sposta all’interno di una struttura adiacente all’abitazione, opportunamente chiusa dalla signora. Giorgio Riva (nella foto), accompagnato dalla volontaria Francesca, lo recupera così con facilità, avvolgendolo in un asciugamano e trasferendolo in un kennel normalmente usato per cani di grossa taglia.
Un primo esame effettuato al Centro Recupero Animali Selvatici di Vanzago (MI), gestito dal WWF, conferma che l’airone è notevolmente denutrito ma in buone condizioni. Il gelo di questi giorni infatti ha fatto ghiacciare la superficie di molti specchi d’acqua in cui questi animali si procurano il loro cibo, microfauna acquatica.
Approfittiamo per ricordare che sebbene i pesci siano molto resistenti al freddo, in caso di laghetti artificiali con pesci rossi tenuti all’aperto, occorre rompere il ghiaccio sulla superficie per favorire l’ossigenazione dell’acqua.
Quando si sarà ristabilito, l’airone verrà riconsegnato all’ENPA per essere liberato nel suo probabile habitat, il Parco di Monza, dove scorre il fiume Lambro.
Una tartaruga congelata nel Villoresi
Il secondo episodio è avvenuto a poche ore di distanza: due passanti recuperano una tartaruga d’acqua, Trachemys scripta elegans, nel canale Villoresi all’interno del Parco della Boscherona, al confine tra Monza e Muggiò (MB).
Il ritrovamento è stato provvidenziale: l’animale era completamente ghiacciato ed era incapace di qualsiasi movimento. Al rifugio di Monza in via San Damiano è stata messa in un contenitore di acqua fredda in un locale riscaldato per permetterle di raggiungere molto gradualmente una temperatura ideale.
La visita da un veterinario specializzato in animali esotici rivela una situazione infausta: è un esemplare anziano con il carapace deforme dovuto ad anni di cattiva gestione (ancora prima dell’abbandono). Esibisce anche alcuni tic ed è possibile che abbia subito dei danni neurologici in seguito all’ibernazione. La prognosi è riservata: aspetteremo l’evolversi della situazione nei prossimi 10 giorni quando riprenderà il metabolismo.
Originaria del sud degli Stati Uniti, questa specie, come pure la tartaruga dalle orecchie gialle (Trachemys scripta scripta), è troppo spesso vittima di abbandono. Ogni anno ENPA ne recupera a decine: potete leggere la storia di due tali recuperi qui e qui.
Venduti nei negozi e nelle fiere quando sono ancora molto giovani e di piccole dimensioni, crescendo questi rettili diventano sempre più “ingombranti” e troppo grossi per la classica vaschetta. E per molti, purtroppo, l’abbandono è la soluzione più comoda: nei parchi, nei corsi d’acqua, nei giardini privati o per strada.
L’abbandono di tali specie, oltre a essere un reato punito dal Codice Penale, costituisce un serio pericolo per la sopravvivenza delle specie autoctone.